Codice Civile art. 2505 - Incorporazione di società interamente possedute (1).

Guido Romano

Incorporazione di società interamente possedute (1).

[I]. Alla fusione per incorporazione di una società in un'altra che possiede tutte le azioni o le quote della prima non si applicano le disposizioni dell'articolo 2501-ter, primo comma, numeri 3), 4) e 5) e degli articoli 2501-quinquies e 2501-sexies.

[II]. L'atto costitutivo o lo statuto può prevedere che la fusione per incorporazione di una società in un'altra che possiede tutte le azioni o le quote della prima sia decisa, con deliberazione risultante da atto pubblico, dai rispettivi organi amministrativi, sempre che siano rispettate, con riferimento a ciascuna delle società partecipanti alla fusione, le disposizioni dell'articolo 2501-ter, terzo e quarto comma, nonché, quanto alla società incorporante, quelle dell'articolo 2501-septies (2).

[III]. I soci della società incorporante che rappresentano almeno il cinque per cento del capitale sociale possono in ogni caso, con domanda indirizzata alla società entro otto giorni dal deposito o dalla pubblicazione (3) di cui al terzo comma dell'articolo 2501 ter, chiedere che la decisione di approvazione della fusione da parte della incorporante medesima sia adottata a norma del primo comma dell'articolo 2502.

(1) V. nota al Capo X.

(2) L'art. 1, comma 7 lett. a, d.lg. 22 giugno 2012 n. 123, ha sostituito le parole: «le disposizioni dell'articolo 2501-ter e, quanto alla società incorporante, anche quelle dell'articolo 2501-septies, primo comma, numeri 1 e 2», con le parole: «le disposizioni dell'articolo 2501-ter, terzo e quarto comma, nonché, quanto alla società incorporante, quelle dell'articolo 2501-septies».

(3) L'art. 1, comma 7 lett. b, d.lg. n. 123 del 2012, cit., ha inserito dopo le parole: «entro otto giorni dal deposito» le parole: «o dalla pubblicazione».

Inquadramento

Il legislatore ha introdotto delle significative semplificazione per i casi di fusione mediante incorporazione di società interamente possedute, in quanto, in queste ipotesi, l'operazione è vista come atto di riorganizzazione interna del gruppo, inidonea ad influire sugli interessi dei soci della incorporante (Tamburini 2567).

La semplificazione opera, peraltro, su un duplice piano, in quanto diviene consentito, in primo luogo, attribuire la competenza in ordine alla decisione di fusione agli organi amministrativi delle società coinvolte e, dall'altra, fare a meno delle indicazioni relative al rapporto di cambio, alle modalità di assegnazione delle azioni o delle quote dell'incorporante, alla data da cui queste ultime partecipano agli utili; nonché della relazione dell'organo amministrativo e degli esperti.

Il controllo totalitario

Il primo comma consente che, qualora la fusione avvenga mediante incorporazione di società interamente possedute non si applichino gli artt.: 2501-ter, comma 1, numeri 3, 4 e 5, (indicazioni circa il rapporto di cambio delle azioni o quote, le modalità di assegnazione delle azioni o quote, nonché la data di godimento delle azioni o quote assegnate), 2501-quinquies (relazione illustrativa degli amministratori) e 2501-sexies (relazione degli esperti sulla congruità del rapporto di cambio).

Quanto al presupposto del controllo totalitario, la procedura di fusione per incorporazione «semplificata» esige che dalla situazione patrimoniale della controllante risulti il possesso di tutte le azioni della controllata da incorporare e non è sufficiente che la partecipazione totalitaria risulti da dichiarazioni rese nei verbali delle assemblee che deliberano (Trib. Napoli, 23 ottobre 1996, Not., 1997, 55).

La decisione dell'organo amministrativo

Il secondo comma introduce una ulteriore semplificazione consentendo che l'atto costitutivo o lo statuto possano prevedere che la fusione per incorporazione di una società interamente posseduta sia decisa, con deliberazione risultante da atto pubblico, dai rispettivi organi amministrativi (sempre, però, nel rispetto, con riferimento a ciascuna delle società partecipanti alla fusione, delle disposizioni dell'articolo 2501-ter, terzo e quarto comma, nonché, quanto alla società incorporante, di quelle dell'articolo 2501-septies).

La maggioranza degli autori ritiene che la clausola autorizzativa debba essere presente nel solo statuto della società incorporante, in quanto nessuna tutela dei soci può assicurare un'eventuale previsione nello statuto della società incorporata che sia interamente posseduta dall'incorporante, poiché in tal caso gli unici interessi coinvolti sono quelli dell'incorporante medesima (Magliulo, 564).

I soci di minoranza dell'incorporante titolari di una aliquota pari al 5% del capitale sociale possono chiedere, entro il termine di otto giorni dal deposito del progetto di fusione (o, meglio, dall'iscrizione secondo Magliulo, 583), che la decisione di approvazione della fusione da parte della incorporante medesima sia adottata dai soci.

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